FACOEMULSIFICAZIONE PER CATARATTA A ROMA E MILANO
Mediante la tecnica della facoemulsificazione si utilizzano gli ultrasuoni per sciogliere il cristallino naturale. Si pratica una micro-incisione di lunghezza variabile tra i 2mm ed i 3,2 mm attraverso la quale si inserisce una minuscola sonda dotata di tre vie al suo interno in grado di fare arrivare gli ultrasuoni sino al cristallino. Una volta che questo è stato “sciolto”, lo si aspira e, sempre attraverso la stessa incisione, si inserisce un cristallino artificiale morbido, arrotolato come un piccolo cilindro, dentro l’occhio dove si aprirà e prenderà il posto del cristallino naturale eliminato precedentemente. Il più delle volte non è necessario applicare alcuna sutura.
Video e spiegazione della facoemulsificazione per cataratta
Quale tecnica è migliore?
Nella microchirurgia per cataratta, la facoemulsificazione è sicuramente la tecnica migliore in quanto permette un recupero visivo molto più veloce ed una serie di fastidi certamente minori. Inoltre presenta dei margini di rischio sicuramente inferiori alla estrazione extracapsulare. Ciò non vuol dire che la estrazione extracapsulare sia da considerarsi come superata o pericolosa, alcune volte, al contrario, essa appare come la tecnica da scegliere come preferibile. La scelta dipende sempre dalle condizioni dell’occhio del paziente in oggetto.
Quando è possibile migliorare la propria visione?
Il Dr. Abbondanza esegue interventi di cataratta da oltre 30 anni, avendo una delle più rilevanti esperienze operatorie in tale ambito in Italia. Il dott. Abbondanza è stato inoltre tra i primi chirurghi ad utilizzare una tecnica di correzione ottica completa (per vedere bene da vicino e da lontano) durante l’intervento di cataratta, per la quale è stato intervistato dal Corriere della Sera, da Il Giornale e da Famiglia Cristiana.
Sino a poco tempo fa, quando il cristallino opaco (la cataratta) veniva estratto, esso veniva sostituito con un cristallino artificiale dotato di un determinato potere. Questo cristallino era capace cioè di metterci ” a fuoco” solamente ad una determinata distanza, lasciando sfuocate le immagini provenienti da distanze diverse. In termini ancora piu chiari, eravamo in grado di vedere bene, per esempio, per lontano ma eravamo sempre presbiti come prima dell’operazione, ed avevamo quindi bisogno di usare occhiali per la lettura e per le distanze intermedie.
Ora invece, grazie alla tecnologia multifocale impiegata dal dott. Abbondanza, il paziente operato di cataratta è in grado, dopo l’intervento chirurgico, di vedere bene sia da lontano sia da vicino senza bisogno di usare alcun tipo di occhiali. E’ quindi possibile ottenere una visione “naturale” e riuscire a vedere perfettamente come quando si aveva meno di quaranta anni. Ovviamente, tutto quello che è stato detto, è valido solamente quando il resto dell’occhio è normale e se non vi sono altri fattori responsabili della diminuzione della vista come, ad esempio, dei danni a livello retinico.